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Project n° 2023-1-IT02-KA210-ADU-000150723
Activating strategies to fight hikikomori conditions
‘Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario’
(Primo Levi)
Il termine Hikikomori dal Giapponese ‘hiku’ (tirare indietro)– ‘komoru’ (ritirarsi) definisce la reclusione volontaria dal mondo esterno per lunghi periodi (anche molti anni), dalla vita sociale di giovani e giovani adulti, portandoli a rinchiudersi non in casa, ma addirittura in una camera.
Non è una malattia, ma piuttosto una forma di disagio, che via via sprofonda sempre pù in una condizione di distacco e solitudine da ogni forma di socialità.
Il fenomeno ha origine in Giappone, ma oggi è diffuso in tutto il mondo e solo in Italia l’isolamento sociale volontario riguarda più di centomila giovani e giovani adulti soprattutto di sesso maschile. In Italia le ultime rilevazioni indicano un numero di Hikikomori di 100.000,
Poniamoci una domanda: noi adulti, genitori, educatori, stakeholders siamo in grado di riconoscere e aiutare un Hikikomori?
Che strumenti abbiamo per prevenire tale fenomeno o per evitare che un ragazzo precipiti in questa condizione? E se quel ragazzo è un giovane adulto, lontano anche dall’attività scolastica, come possiamo vigilare sul suo stato psicologico e sul suo grado di isolamento e prendermene cura?
Così su proposta di Mission Empathy srl, insieme ai partners europei Skill up srl, Poderio srl (Spagna) e Puhu srl(Turchia), unendo competenze e conoscenze, nasce OUTISIDE proprio con questo obiettivo: mettere in atto strategie e fornire strumenti, soprattutto agli adulti, ai genitori, agli educatori, in modalità open source, grazie al co-finanziamento della Comunità Europea, al fine di contrastare questo fenomeno.
Le attività per la creazione di un protocollo europeo, da mettere a disposizione di tutte le figure vicine ad un hikikomori o ad un ragazzo che rischia di diventarlo, sono iniziati già in Ottobre, con un kick off in cui tutti i partner si sono dati appuntamento a Roma per stabilire i rispettivi compiti, i tempi e i modi.
Sono proseguiti con un webinar on line tenuto da relatori esperti del fenomeno e una serie di meeting che hanno portato a sviluppare due buone pratiche da parte di ogni partners, per un totale di otto, oltre ad un un toolkit fruibile a breve.
La conclusione e la consegna del piano di lavoro è fissata per giugno, ma solo dopo un importante evento di approfondimento e disseminazione del progetto, con carattere nazionale, programmato a Cordoba.
Tutto si sta svolgendo con l’ottica di diffondere più possibile la conoscenza del fenomeno, ma anche fornire ‘una cassetta degli attrezzi’ per individuarlo, prevenirlo e contrastarlo così da poter aiutare un gran numero di giovani e giovani adulti, lasciando meno soli chi può aiutare ma non sa come farlo.
6/05/2024